IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori: “Festival del Turismo Responsabile”

  Bologna dal 25 maggio al 2 giugno 2013

logo-itaca

Nove giorni di eventi dedicati al turismo responsabile, scolastico, politico, ma anche ad ambiente, sostenibilità, verde urbano, marketing territoriale e migrazioni. Tra convegni e libri, contest e spettacoli, la quinta edizione di “IT.A.CÀ, migranti e viaggiatori: Festival del Turismo Responsabile” – in programma a Bologna dal 25 maggio al 2 giugno – si propone ancora una volta di promuovere una nuova etica del turismo, sensibilizzando istituzioni, viaggiatori, industria del settore e operatori impegnati sul campo. L’idea di fondo è che l’esotismo sia dietro l’angolo, che per sentirsi turisti responsabili non serva partecipare a lunghi viaggi organizzati: anche il viaggiatore fai-da-te, che non ama gli itinerari prefissati, che si sente limitato dal gruppo e dai tempi stabiliti, può interiorizzare i valori del rispetto e del confronto.

IL TURISMO RESPONSABILE
Gli operatori del settore lo chiamano “sostenibile”, i turisti lo definiscono “responsabile”. Al di là della variante terminologica, si parla di un turismo attento alle esigenze del pianeta, attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. “Viaggiare responsabilmente significa innanzitutto scegliere mezzi di trasporto poco impattanti sull’ambiente o, per lo meno, ottimizzare i propri spostamenti, evitando ad esempio l’aereo per un singolo weekend”, spiega Pierluigi Musarò, direttore artistico del festival. “Ma responsabilità significa anche optare per strutture e trasporti gestiti dalla popolazione locale, i cui proventi vanno a contribuire all’economia del posto anziché finire nelle casse di grosse imprese private svincolate dal territorio”.

QUALI SCELTE
Si può essere responsabili prima, durante e dopo il viaggio.
Prima della partenza, è importante compiere un approfondito percorso di informazione sul Paese che si desidera visitare, in modo da arrivare in loco preparati su usi, costumi, diritti e credenze del popolo che ci ospiterà, riconoscendo la sua centralità nella nostra esperienza.

Una volta rientrati, infine, si potrà utilizzare il viaggio per “influenzare” le scelte della nostra rete sociale, diffondendo l’dea che “viaggiare responsabilmente” è meglio. “La responsabilità può anche assumere una dimensione politica quando i viaggi toccano mete come i campi profughi saharawi, la Palestina o la Bosnia, dove trascorrere una vacanza permette di conoscere e addentrarsi nel tessuto più profondo di un luogo”.

TURISTI OGNI GIORNO
Su questi presupposti, il festival di Bologna vuole mettere in rete le diverse realtà che si occupano di viaggi responsabili per coinvolgere i visitatori in un’esperienza multisensoriale. Ce n’è per tutti i gusti: visite guidate attraverso il patrimonio culturale e storico del territorio, dibattiti e incontri con esperti del settore, presentazione di libri, bar camp, seminari, pranzi a Km 0 e cene esperienziali, concorsi di scrittura, illustrazione e fotografia, mostre, concerti, proiezioni video, teatro. “Lo stesso titolo, I.TA.CÀ, richiama l’idea del viaggio in terre lontane, dell’emigrazione e della scoperta nel riferimento a Itaca; ma, parallelamente, ît a cà significa sei a casa in dialetto bolognese, riferendosi alla necessità di adottare uno sguardo diverso sui propri spostamenti quotidiani”. Ciascuno di noi è viaggiatore sempre, ogni giorno, semplicemente nel tragitto verso l’ufficio, la scuola, il centro commerciale o gli amici.

“La nostra non è una fiera, ma un modo per sensibilizzare sul tema del turismo responsabile in maniera esperienziale, proponendo iniziative in diverse piazze di Bologna, ma anche in altre città dell’Emilia Romagna”. L’1 e il 2 giugno, poi, il festival ospiterà la Borsa del Turismo delle 100 Città d’Arte d’Italia (http://www.100cities.it/), una manifestazione nata per diffondere la conoscenza del territorio e del paesaggio italiani, che verrà animata – fuori da Palazzo Re Enzo – con conferenze, workshop e laboratori per bambini.

APPUNTAMENTO PER TUTTI
“Quello responsabile non è un turismo di nicchia, ma la modalità a cui dovrebbe tendere l’intero comparto dei viaggi”, sottolinea Musarò. “A livello europeo, esiste sicuramente una maggiore sensibilità rispetto ad altri Paesi: l’Italia, ad esempio, è all’avanguardia per il numero di festival. Ce ne sono 1200 all’anno, che attirano folle di esperti e semplici curiosi per gli argomenti più svariati, come scienza, letteratura, arte, musica, gastronomia ed economia”. Molte persone scelgono un luogo di villeggiatura anche in funzione degli eventi ospitati o, magari, per la possibilità di effettuare escursioni guidate o trekking in autonomia. “Si tratta di un trend crescente, dove spesso la camminata rappresenta anche un modo per le famiglie di stare insieme e vivere un’esperienza conviviale”
Video di presentazione di IT.A.CÀ migranti e viaggiatori festival del turismo responsabile 

Approfondimenti, programma e convenzioni all’indirizzo: http://www.festivalitaca.net/

Proiezione di viaggio : TANZANIA — Giovedì 21 febbraio

Giovedì 21 Febbraio   “TANZANIA: safari fotografico nei parchi e Zanzibar “
di Mario Maccantelli.
ore 21,45 saletta della Casa del Popolo in P.za Unità dei Popoli 1 –  COLLE VAL D’ELSA

Un viaggio nei celebri parchi tanzaniani, Serengeti, Ngorongoro ed altri, dove è possibile ammirare i grandi mammiferi africani che vivono liberi in un territorio intatto e meraviglioso. Dopo i parchi l’incontro con il popolo Masai e con i bushman, gli uomini della tribù Hadzabe, che ancora vivono cacciando servendosi di arco e frecce. Infine le meraviglie di Zanzibar con l’affascinate e decadente città vecchia di Stone Town, (patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2000), i villaggi costieri e un mare cristallino.

                                                                                                              INGRESSO LIBERO

Nell’occasione sarà possibile associarsi e ricevere informazioni relative alle nostre attività.

Seguici anche su facebook

 

Domenica 17 TREKKING sulla Francigena: da San Gimignano a Badia a Coneo

Domenica 17 Febbraio il nostro Trekking ci porta lungo un tratto della Via Francigena: da San Gimignano a Badia a Coneo. Una passeggiata di circa 12 chilometri che si percorre in 4-5 ore,  camminando tranquillamente per buoni sentieri senza particolari asperità e lungo i quali possiamo godere di paesaggi nostrani: dolci colline, boschi, casali e torri in lontananza, e tutto questo in un periodo nel quale la natura inizia a risvegliarsi.

La tappa classica, con i suoi  quasi 30 km  ci avrebbe portato a Monteriggioni,  ma vista la brevità delle giornate e il percorso lungo e non alla portata di tutti, abbiamo preferito “spezzarlo” in due. Intanto percorriamo il primo pezzo, poi magari, un po’ più avanti, potremmo completare con la seconda parte: da Badia a Coneo a Monteriggioni. E di questo vi terremo informati.

Luogo di ritrovo: Le Grazie, davanti all’edicola, ore 9,00.
Con alcune auto raggiungiamo San Gimignano. Parcheggiamo lungo la strada per Santa Lucia e da qui iniziamo a camminare (ore 9,30). Lungo il cammino, sosta per il pranzo al sacco e una volta arrivati a Badia a Coneo , riprendiamo per Le Grazie, dove in precedenza  avevamo lasciato alcune auto. Con queste, torniamo a riprendere le altre auto a San Gimignano. Per altre informazioni leggi qui.

Due parole sul tempo:per domenica le previsioni sembrerebbero buone, ma non si sa mai!  In prossimità dell’escursione tenete sotto controllo il nostro sito dove forniremo indicazioni in caso di eventuali variazioni delle condizioni meteo. In caso di condizioni sfavorevoli l’escursione potrebbe tenersi la domenica successiva.

 

I Bottini di Siena e il Museo dell’Acqua: iscrizioni e presentazione dell’iniziativa.

Nei giorni scorsi abbiamo ottenuto l’autorizzazione per le visite da noi richieste e pertanto confermiamo le due date, nelle quali effettueremo le relative escursioni.
03 Marzo  BOTTINI di SIENA

Bottino di Fonte Gaia nel tratto P.za del Campo/Fontegiusta
07 Aprile MUSEO dell’ACQUA e la FONTE di PESCAIA

A tale proposito vi informiano che MERCOLEDI’ 13 FEBBRAIO alle ore 21,30 presso la saletta della Casa del Popolo in P.za Unità dei Popoli,1 a Colle Val d’Elsa presenteremo le due iniziative.  La serata vuole essere un’indroduzione alla visita attraverso l’illustrazione e la proiezione d’immagini – curate dall’Associazione La Diana di Siena (http://www.ladianasiena.it/), che con le sue Guide ci condurrà nelle visite. INGRESSO LIBERO

Nell’occasione raccoglieremo le iscrizioni per le due escursioni, con relativo pagamento del biglietto d’ingresso. Le escursioni sono riservate ai soci. Chi intende partecipare e ancora non è associato lo può fare contemporaneamente all’iscrizione.

 

I nostri programmi di Febbraio

Riepiloghiamo le nostre attività in programma questo mese.

Informiamo inoltre che abbiamo ricevuto conferma dei seguenti appuntamenti:
Domenica 3 Marzo –  I BOTTINI DI SIENA
Domenica 7 Aprile  –
 IL MUSEO DELL’ACQUA E LE FONTI DI PESCAIA
Appena possibile comunicheremo le modalità per l’iscrizione alle due escursioni.

 

 

Via Francigena: qualche cenno in preparazione del trekking del 17 febbraio

Per il 17 febbraio abbiamo in programma un Trekking sulla via Francigena da “San Gimignano a Colle Val D’Elsa” e fra qualche giorno forniremo i dettagli dell’escursione. Intanto pubblichiamo qualche appunto su questa importante via di pellegrinaggio.

L’origine della Via Francigena si deve ai longobardi i quali, durante il loro regno in Italia (568-774) si trovarono nella necessità di collegare fra loro le regioni della Tuscia e della Padania, che insieme costituivano appunto il Regno Longobardo. La scelta del valico appenninico, dettata da ragioni strategiche a causa dei conflitti con i bizantini, cadde sulla strada romana che collegava Lucca a Parma immettendosi nella via Emilia, attraverso l’attuale passo della Cisa. Questo tratto della fascia appenninica veniva denominato Mons Longobardorum, di conseguenza la via tracciata dai Longobardi prese il nome di Strada di Monte Bardone, che da Lucca si sviluppava poi verso sud, attraverso la Val d’Elsa fino a Siena per inoltrarsi poi per la Val d’Arbia e la Val d’Orcia.

L’alto medioevo vede i primi pellegrini percorrere la strada di Monte Bardone, se ne ha testimonianza già dal VIII secolo nell’Itinerarium di Sancti Sinibaldi, giungendo in Italia attraverso gli attuali valichi alpini del Gran San Bernardo e del Moncenisio ed inoltrandosi poi per la Valle Padana, attraverso il Monferrato sino la passo della Cisa, da cui proseguire lungo il percorso tracciato dai longobardi. Ma è con la dominazione dei Franchi, succeduti ai Longobardi, che la Via assume grande importanza; nel IX secolo infatti prende il nome di Francisca o Francigena, letteralmente la via generata dai Franchi. Una delle più importanti testimonianze si ha dal resoconto che l’arcivescovo di Canterbury Sigeric stila durante il pellegrinaggio a Roma (fine X secolo), che egli descrive con grande accuratezza e ricchezza di particolari. Dal racconto emerge l’immagine di una Via di grande comunicazione, ricca di infrastrutture, centri di accoglienza ben distribuiti a non più di un giorno di cammino l’uno dall’altro, fattorie fortificate, abbazie, pievi.

Il periodo di massimo splendore della Via Francigena va dal IX al XIII secolo, dove serviva da asse portante per un sistema di vie di comunicazione che da un lato consentiva ai pellegrini di potersi spingere fino in Palestina ed a Santiago de Compostela, dall’altro favoriva lo sviluppo dei traffici commerciali e con essi la circolazione delle più svariate forme di espressione artistica, usi e costumi che per loro stessa natura veicolavano. Con il passare del tempo, infatti, la Via Francigena diviene sempre più sicura, incoraggiando così i mercanti ad avventurarvisi, alla ricerca dei ricchi mercati che stavano nel contempo nascendo. Questo fatto produsse effetti di vasta portata, permise ad esempio l’instaurarsi di contatti commerciali e culturali fra l’Italia ed i paesi fiamminghi ed del nord europa in generale, influenzando quindi in modo consistente la storia europea nei secoli a seguire.

Il grande fiorire di attività attorno alla Francigena ne determina però anche il declino. La mutata situazione socio-politica rende possibile l’aprirsi di numerose vie alternative, e con l’andar del tempo l’importanza della Via Francigena viene lentamente meno, rimane viva comunque fino ai giorni nostri nel ricordo del fervore che animò le innumerevoli persone che vi si riconobbero; così appare evidente che non si può veramente parlare di fine della Via Francigena dato che il concatenarsi di eventi, che da essa hanno avuto luogo, è stato di tale portata che ne possiamo trovare riscontro ancora oggi.