Giovedì 11 dicembre Proiezione: salita all’ELBRUS (Caucaso)

Giovedì 11 dicembre le nostre Proiezioni di Viaggio di portano nel Caucaso, dove l’Elbrus rappresenta la cima più alta dell’intera catena caucasica e, seconto molti, la vetta più alta d’Europa. La vetta, coperta da nevi perenni, è divisa in due cime: la più alta misura 5642 mt. e la più bassa una ventina di metri in meno. Questa montagna ( un vulcano spento) segna il confine tra la Georgia e la Russia, anche se le sue cime ricadono nel territorio russo.
La proiezione propone il racconto del viaggio e della salita alla vetta.

Elbrus 2

 

PROIEZIONE di  VIAGGIO  Giovedì 11 dicembre – ore 21,45    INGRESSO LIBERO
Saletta della Casa del Popolo – Piazza Unità dei Popoli, 1 – Colle Val D’Elsa
ELBRUS (Caucaso)  di M. Grassini, D. Cravero e M. Carrai

Durante la serata, per chi lo desidera, sarà possibile associarsi anche in previsone del Trekking di domenica 14 Dicembre alla Macchia della Magona.

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“W di Walter”: il film a 2 anni dalla scomparsa di Bonatti.

E’ stato un grande alpinista, una leggenda, ma era soprattutto un grande, una persona vera e ci  piace ricordarlo a due anni dalla sua scomparsa.
Oggi a Trento ci sarà l’anteprima del film sulla vita dell’alpinista noto come il “figlio del Monte Bianco”.
Il film si intitola “W di Walter” ed è realizzato dalla compagna di una vita Rossana Podestà con numerosi video inediti del grande alpinista con la regia di Paola Nessi. Per saperne di più.

 

La più grande spedizione italiana in Asia, un secolo dopo.

Estate 1913: parte l’imponente missione italiana sul Karakorum. Una carovana di 250 portatori che si snoda come un serpente per 2.000 km.
Nella fotografia: Filippo De Filippi, ultimo a destra, con il duca degli Abruzzi, seduto a sinistra.

Gli esploratori che fecero l’impresa

È trascorso un secolo dalla spedizione di Filippo De Filippi nella catena del Karakorum. Il chirurgo torinese, appassionato di montagna e compagno del Duca degli Abruzzi in molte sue imprese, nell’estate del 1913 salpò con un piroscafo dal porto di Marsiglia alla volta di Bombay (Mumbai); l’obiettivo era quello di attraversare l’intera catena montuosa. Tra l’agosto di quell’anno e il dicembre del 1914 De Filppi guidò un gruppo di esploratori e studiosi di scienze geografiche dal Kashmir, superando il Baltistan, poi il Ladakh per giungere nel Turkestan russo e da lì rientrare in Europa.

L’impresa degli esploratori italiani fu un’opera dai grandi numeri: 235 casse di materiale trasportato da una carovana di 200-250 portatori che si snodò come un serpente per 2.000 chilometri. La carovana superò territori  aridi e scabrosi, valli puntellate da oasi o percorse da fiumi impetuosi, ghiacciai e passi immersi nella neve, attraversando il Karakorum da sud a nord.

Il progetto ebbe il costo di (ben) 250.000 lire, che De Filippi ottenne dal Re d’Italia e da istituti come l’Accademia dei Lincei, la Reale Società Geografica, il Governo dell’India, e perfino la Royal Society di Londra.

L’esplorazione della “dimora delle nevi” era alimentata da un autentico interesse scientifico. De Filippi ambiva a chiudere i molti capitoli aperti sulla geografia dell’immensa catena montuosa asiatica, per farlo portò con sè esperti (e strumenti delicatissimi) con cui studire la gravità ed il magnetismo terrestri, la radiazione solare, la circolazione atmosferica, la geologia e la geomorfologia ed, infine, per tracciare gli ultimi limiti topografici di una regione himalayana in gran parte ancora abbozzata sulle carte geografiche.

La spedizione rimpatriò il 18 dicembre del 1914. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale stava ridisegnando le frontiere dei Paesi europei e le scoperte dei nuovi confini orografici del Karakorum non erano certo una priorità. La spedizione geografica, i 17 volumi di studi, e le 4.000 fotografie, vennero quindi quasi scordati, complice un secondo conflitto mondiale. Tanto che i diari di De Filippi andarono perduti insieme a molte fotografie storiche.

Una delle esplorazioni geografiche più importanti della storia moderna del nostro paese sarebbe dunque rimasta ancora a lungo nell’ombra. Il recente ritrovamento dei diari presso l’Istituto di Geografia dell’Università degli Studi di Firenze, con la partecipazione del comitato Ev-K2-CNR, della Società Geografica Italiana e della Società di Studi Geografici di Firenze ha però (fortunatamente) riportato alla luce l’impresa di De Filippi.

Da National Geographic Italia

C’è folla sull’Everest !

Notizie leggere in questo periodo !

L’Everest, la Montagna per eccellenza è invasa dalle spedizioni e dai rifiuti, ed è ormai un esempio negativo per l’alpinismo. Sul numero di Giugno di National Geographic troviamo un reportage relativo alla folla di persone che sale sull’EVEREST.  Continua a leggere.

Guarda anche altre immagini, tra le quali alcune della della Valle del Khumbu che, in due settimane di trekking, si può percorrere fino ad arrivare al Campo Base. Clicca qui.

Proiezione di Viaggio – giovedì 16 Maggio: Il ghiacciaio dell’Aletsch (Svizzera)

GIOVEDI’ 16 Maggio ore 21,45 presso la Saletta della Casa del Popolo in piazza Unità dei Popoli 1 (ex via Oberdan 42) a  COLLE VAL D’ELSA.

SVIZZERA: il ghiacciaio dell’Aletsch di Enea DESI

Due luoghi tra i più belli delle montagne svizzere: il ghiacciaio dell’Aletsch, il più grande   in Europa, un fiume di ghiaccio lungo 23 km e largo 2 nel punto massimo, che occupa una superficie di 86 kmq ed ha uno spessore di 900 m nel punto più alto. Se si sciogliesse, fornirebbe un litro di acqua al giorno per sei anni a tutti gli abitanti della terra. Tale la sua importanza che è stato dichiarato Patrimonio Mondiale Unesco. E a differenza degli altri ghiacciai questo si guarda dall’alto, facendo base a Bettmeralp, a 2000 m, il paese senza auto, dove regna il silenzio. E il rumore del silenzio è la prima cosa che ti colpisce quando arrivi, soprattutto verso sera quando cessano le attività di lavoro. Il brusio della gente, lo scrosciare della fontanella dell’acqua, il pesticciare di un cane che passa o il ronzare di un insetto, rumori ai quali non siamo più abituati nel fracasso delle città. Un silenzio circondato da montagne altissime: Jungfrau, Aletschorn e Eggishorn alle spalle e davanti Cervino, Weisshorn, Grand Combin e il Bianco. Si raggiunge facilmente in funivia e con questa ci si muove anche per vedere gli altri piccoli paesi dell’altopiano e soprattutto per arrivare ai 3000 metri dell’Eggishorn per vedere lo spettacolo del ghiacciaio dall’alto.
Il Grand Combin, con intorno un anello di trekking tra più belli che ho percorso, in un ambiente montano caratterizzato da tutte le varianti possibili: ghiacciai imponenti e cime innevate, profonde vallate dove solo in fondo vedi muoversi la civiltà, ruscelli e torrenti impetuosi, prati verdi con tappeti di fioriture, alpeggi con mucche al pascolo e malghe solitarie, distese di detriti da attraversare e rocce da aggirare, e anche qualche breve tratto di bosco di abete. Circondati da vette di oltre tremila metri con il Bianco, il Cervino e il Gran Paradiso in lontananza: la vera montagna, come io la chiamo. Il giro completo è composto da sei tappe ma noi abbiamo scelto di farne solo quattro, le più belle a detta di chi lo ha già percorso perchè le altre due sono prevalentemente nel bosco. La prima alba a Cabane du Mille ci ha regalato lo spettacolo di essere sopra le nuvole con la vallata tutta bianca e sopra il sole. E il mattino dopo dal Panossiere il Gran Combin illuminato dalla luce rosa dell’alba è stato uno di quegli spettacoli che non si dimenticano. Ci disse il gestore del rifugio che giornate simili capitano solo due o tre volte all’anno.

Proiezione di viaggio: Giovedì 22 marzo TREKKING ALL'ANNAPURNA

Giovedì 22 marzo ore 21,45 alla Biblioteca Comunale di COLLE VAL D’ELSA
proiezione di viaggio: Nepal. Trekking intorno all’Annapurna e salita al Campo Base. di Loris Busini.

E’ uno fra i trekking più antichi e suggestivi  del territorio nepalese. Il giro si snoda intorno al gruppo dell’Annapurna (8091 mt.) e al Machapuchare. La camminata inizia sugli 800 mt. in piena giungla, poi si attraversano risaie, si incontrano piante di banani e di marijuana, si continua per foreste di aghifoglie fino ad arrivare ai prati e ai ghiacci perenni, in un susseguirsi di panorami mozzafiato con una biodiversità eccezionale. In questo territorio fino ai 3500 mt. e oltre è insediata una popolazione ospitale e tranquilla, abituata a trattare con i tanti escursionisti che frequentano questi sentieri. E’ molto facile trovare vitto e alloggio lungo il cammino, ma nella parte alta  bisogna accontentarsi di quello che “passa il convento”: rifugi spartani e tanto freddo.
Il nostro viaggio si è svolto nel novembre del 2009 e contemplava il classico giro dell’Annapurna. Sedici tappe intorno al massiccio, con il superamento del passo Thorong-la di 5416 mt. e le tante difficoltà ad esso connesse. Poi avremmo dovuto riprendere sentieri meno difficoltosi nella vallata del Kali Gandaki e dirigerci verso la conclusione del nostro trekking, ma trovandoci “in zona” e già acclimatati ci sembrava un delitto non provare a raggiungere anche il Campo Base dell’Annapurna. Così abbiamo deciso di aggiungere qualche altra tappa ad un percorso già impegnativo e concederci anche questa possibilità. E’ stata dura, ma ne è valsa la pena.

Le sensazioni che si provano di fronte alla maestosità di queste montagne di straordinaria bellezza e l’ambiente che lo circonda ti ripagano ampiamente di queste fatiche e privazioni e quando arrivi in fondo sei contento e “leggero” per quello che hai appena fatto. (L.Busini)

INGRESSO LIBERO  (clicca qui per visualizzare tutte le info per partecipare).

Le proiezioni si tengono nei locali della Biblioteca Comunale “M. Braccagni” in via di Spugna, 78 a Colle Val d’Elsa, con inizio alle ore 21:45 . Le serate saranno precedute da una breve introduzione sull’argomento. Il tempo prima e dopo la proiezione sarà dedicato a coloro che desiderano chiedere informazioni sui viaggi. Maggiori dettagli sulle serate verranno forniti durante la stagione.

 

E' morto Walter Bonatti, leggenda dell'alpinismo

Scalatore, esploratore, giornalista e scrittore, Walter Bonatti aveva 81 anni e nella sua lunga storia sulle montagne un capitolo particolare avevano avuto le vicende polemiche seguite alla scalata del K2 nel 1954, alla quale aveva preso parte con Lacedelli, Compagnoni e con il capo spedizione Ardito Desio.  Solo 54 anni dopo è stata restituita ufficialmente al mondo la verità, quella per cui Bonatti, attraverso i suoi libri, si è battuto con passione. Quella verità che era stata chiara fin da subito.

«Non sono un figlio della montagna, ma del fiume Po che sognava le terre lontane di Jack London e Ernest Hemingway», raccontava un anno fa Bonatti. «Sono un uomo fortunato – aggiungeva – perché queste terre ho avuto modo di vederle di persona, prima come alpinista e poi come inviato di Epoca».

A fine carriera, nel 1965, scelse la penna e girò il mondo per raccontare agli italiani le meraviglie del pianeta Terra. La Patagonia e Capo Horn, il vulcano Nyiragongo in Congo, il grande Orinoco e la regione amazzonica. Migliaia di chilometri in solitaria, ad ogni latitudine, meglio se mai battuta prima da piede umano, raccontati in articoli, reportage, libri. Ma la sua leggenda era nata nel 1951, con la conquista della parete Est del Grand Capucin, sul Monte Bianco. E poi decine e decine di vette, sulle sue Alpi.

Per chi volesse approfondire legga i suoi libri. Ne indichiamo alcuni:
K2 La Verità      Terre Alte     Montagne di una vita     Le terre lontane     Un mondo perduto. viaggio a ritroso nel tempo